Al momento al Ministero della Salute ci sono oltre 1300 farmacie abilitate per eseguire il commercio elettronico.
Il fatto che in molti si siano buttati su questa nuova opportunità di vendita a distanza non deve stupire, del resto tutta l’economia si sta spostando su tale modalità di commercio, probabilmente in un futuro prossimo anche i farmaci in DPC verranno erogati con tale modalità. Per chi ha dubbi in merito, consiglio di andare ad informarsi sull’acquisizione di Plurima, azienda specializzata nella consegna a domicilio del paziente di prodotti sanitari, fatta da Poste Italiane, per capire come il modello di acquisto basato su piattaforma e consegna tramite corriere, sia sempre più centrale nella società che si sta delineando. Ma tornando al tema del commercio online, ossia degli acquisti che si possono fare oggi, non c’è dubbio che tale modalità di acquisto sia molto comoda e con grandi potenzialità di sviluppo; c’è però il rovescio della medaglia, ossia non è per tutti i venditori!
Copiare quello che funziona…
La categoria dei farmacisti non annovera nelle sue file moltissimi innovatori, anche se personalmente ne conosco alcuni veramente bravi! Quando una cosa prende piede, dopo un periodo in cui magari è stata criticata, ed inizia a diffondersi, immancabilmente si assiste ad un vero boom di emulazioni. Pensiamo ad esempio all’offerta di particolari servizi, o piuttosto l’inserimento in gamma di determinati prodotti, tutti si muovono in tale direzione, con il risultato di avere delle farmacie più o meno tutte uguali, ma non per questo meno competitive. Logicamente tutto questo va benissimo se ci riferiamo alla farmacia classica in mattoni, dove il discriminante della competizione è rappresentato dalla distanza che separa la struttura dal cittadino più che l’offerta. Nel mondo di atomi, anche se pratico dei prezzi migliori e servizi entusiasmanti, la clientela che riesco ad attirare è collocata in un raggio di pochi chilometri se siamo in campagna, e di qualche minuto di cammino se sono in centro città. Pertanto se abito in un quartiere centrale di un capoluogo, difficilmente mi recherò in una farmacia posizionata in estrema periferia nonostante tutti i possibili vantaggi che essa potrebbe metta a disposizione della clientela.
Il web impone nuove regole
Ma tutto quello appena affermato non è più vero se ci riferiamo ad una farmacia fatta di bit! Nel web la distanza è un elemento irrilevante, mentre è dannatamente importante la capacità di comparire nella prima pagina di ricerca di Google, meglio ancora se al primo posto. Inoltre nel web è estremamente facile individuare il sito che per il tal prodotto pratica il prezzo più basso! Per chi non è convito che nel web non valgono le classiche leggi del commercio al dettaglio, consiglio di riflettere sulle quote di ricerche gestite da Google e Bing. Ad aprile 2021, Google deteneva una quota enorme del 92,18% del mercato globale dei motori di ricerca. Bing era al secondo posto con una quota di mercato del 2,27% nonostante l’appartenenza all’azienda che ha inventato il PC. Nel web il primo della categoria prende tutto, e gli altri si devono accontentare delle briciole anche se sono dei giganti in altri campi!
Conclusione finale…
Tralasciando tutte le problematiche legate alla necessità di dover offrire un servizio impeccabile e veloce, ma riferendosi solamente alla capacità di essere indicizzati ed offrire il prezzo migliore rispetto a tutti gli altri offerenti, si comprende subito come la mania di tanti piccoli aspiranti imprenditori digitali sia una pia illusione destinata a fallire. Sul web non c’è la pianta organica e vince chi è veramente smart e super efficiente!
Buona riflessione.
GCP
Via Luigi Salvatore Cherubini, 13 - 50121 Firenze
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