Siamo alla fine di Dicembre, ed è tempo di bilanci.
Senza addentrarci in valutazioni economiche o piuttosto in analisi delle diverse categorie merceologiche, credo che la metafora presentata dal filosofo statunitense Noam Chomsky sintetizzi meglio di mille parole lo stato in cui versi il mondo della farmacia. “Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.” Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky
In verità il fenomeno della rana bollita risale ad una ricerca condotta dal “John Hopkins University” nel lontano 1882. Durante un esperimento, alcuni ricercatori americani notarono che lanciando una rana in una pentola di acqua bollente, questa inevitabilmente saltava fuori per trarsi in salvo. Al contrario, mettendo la rana in una pentola di acqua fredda e riscaldando la pentola lentamente ma in modo costante, la rana finiva inevitabilmente bollita. La storia della rana bollita è un principio metaforico che il filosofo americano usa per descrivere la capacità dell’essere umano di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire, se non quando ormai è troppo tardi .
Il principio della rana bollita mostra come un cambiamento attuato in maniera sufficientemente lenta, da diventare quasi invisibile, sfugge alla coscienza e non suscita, per la maggior parte delle persone, nessuna reazione ne opposizione, nessuna rivolta. A riprova di questa teoria, e di come uno shock immediato generi una forte reazione a differenza di una azione lenta ed impercettibile ma di analoga portata, possiamo citare la durissima risposta che la categoria dei farmacisti mostro nel 2007 nei confronti delle famose “lenzuolate” di Bersani. A differenza di allora in cui il “nemico” era chiaro e ben individuabile nelle parafarmacie e nei corner, oggi il mondo della farmacia si misura con una politica, che lentamente ma sistematicamente, anno dopo anno, riduce i proventi della distribuzione del farmaco etico, vuoi con l’introduzione dei generici o piuttosto con la distribuzione per conto, o nuovi servizi da espletare non rimborsati. Il fenomeno è così “tranquillo” che nonostante qualche mal di pancia, nessuno è saltato sulle barricate, al massimo quelli più “stanchi” hanno pensato di vendere la propria attività alle nuove catene, ma la gran parte dei 19.000 titolari è rimasto tranquillo nella propria confort zone.
Bisogna saltare! E badate bene, non si tratta di fuggire, ma di affrontare la situazione ed esaminare le possibili soluzioni, prima che sia troppo tardi, per questo è necessario rinnovare le proprie aziende, investendo in tecnologie e rifacimenti dei locali e forse soprattutto in formazione del personale, se vogliamo continuare a prosperare anche in futuro e non finire bolliti!!!
Buona riflessione e buon anno, ci risentiamo a gennaio 2020.
GCP
Via Luigi Salvatore Cherubini, 13 - 50121 Firenze
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