Tutte le mattine che tiriamo su la saracinesca inizia una nuova giornata di lavoro, che spesso si trasforma in breve in una vera “lotta” con i mille imprevisti che la burocrazia e la clientela mette sul nostro cammino. Certamente la vita in farmacia non presenta la stessa tensione che un grande mach si porta dietro, sulle spalle dei membri dell’organico della farmacia non c’è il carico di ambizioni e desideri che i giocatori di grandi partite devono sopportare… ma è indubbio che tutte le mattine che si apre la porta, ed iniziano ad entrare i pazienti in farmacia va in scena un confronto che richiede motivazione e determinazione da parte di tutti i membri della squadra. In questo quadro dove la motivazione dei collaboratori è sempre più determinante, il ruolo del Titolare deve assomigliare sempre di più a quello di un allenatore che esorta e sprona la squadra verso il traguardo, più o meno come il mitico allenatore del film Ogni maledetta domenica di Oliver Stone. Perché come diceva Tony D’Amato “in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro…”
In considerazione del fatto che il film comincia ad essere un po’ datato (è uscito nelle sale nel lontano 1999) e che i più giovani potrebbero non averlo mai visto, ecco qui il testo integrale del discorso che Al Pacino fa alla squadra durante l’intervallo della partita, da cui ognuno di noi può trarre ispirazione.
Buona lettura e buona riflessione.
GCP
“Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi.
Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso ‘certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare’. Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo.
Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?“.
Via Luigi Salvatore Cherubini, 13 - 50121 Firenze
Questo sito utilizza dei cookie, anche di terze parti, necessari al suo corretto funzionamento e secondo le finalità illustrate nella Privacy Policy, dove trovi maggiori informazioni e anche indicazioni su come eventualmente negare il consenso a tutti o alcuni cookie. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.