La gran parte di tutti gli operatori della sanità sono più o meno risentiti nei confronti del Dr. Google e delle sue veloci diagnosi e dei relativi errori in cui possono incappare le persone che ne fanno uso. Che dire però se la potenza della IA nel supporto alla diagnosi è sfruttata da una piattaforma con tanto di “bollino blu” dell’NHS?
L’NHS è il sistema sanitario inglese, l’omologo del SSN italiano e la piattaforma di cui parliamo è Babylon specializzata nella sanità digitale, o se vogliamo evoluta!
Per contenere i costi e cercare di rispondere alle crescenti richieste da parte della popolazione, nella patria del sistema sanitario universalistico, il National Health System ha stipulato una convenzione con la compagnia privata Babylon, per l’utilizzo, del servizio «GP at Hand» (cioè «Medico di Famiglia – General Practitioner – a portata di mano»). Che cosa fa Babylon? «Una visita virtuale, supportata da algoritmi di Intelligenza artificiale. Usando un’applicazione il paziente si collega, comincia a dichiarare i suoi sintomi e attraverso algoritmi predefiniti e certificati si vanno a selezionare progressivamente delle possibili diagnosi». In pratica si tratta di una specie di triage, come quello che si fa quando un malato arriva al Pronto soccorso. Nel 2018 in Inghilterra sono stati supportati 50 mila pazienti ed effettuate oltre 300 mila visite virtuali, il 50% delle richieste si sono risolte con una risposta ritenuta accettabile, fornita da sistemi automatici di Intelligenza artificiale; nel 30% dei casi si è passati al livello superiore: una visita virtuale in teleconferenza sempre offerta dalla piattaforma; nel 20% è stata invece necessaria una valutazione clinica diretta da parte del medico in modalità “classica”, il tutto con un sensibile alleggerimento del carico di lavoro da parte dei medici del NHS ed un sensibile risparmio di costi.
(https://www.babylonhealth.com/)
Il tema del contenimento dei costi e della sanità è molto sentito anche in altri paesi, a questo proposito è indicativo vedere l’interesse sviluppato per la sanità digitale sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico, un esempio di ciò è fornito dalla quotazione di Livongo avvenuta il passato 29 luglio. Livongo è una piattaforma che opera nella sanità digitale, che ha come missione quella di supportare i pazienti affetti da malattie croniche come ipertensione, diabete, depressione e gestione del peso. A questo proposito il sito prevede iniziative finalizzate al miglioramento dell’aderenza alla terapia, ma anche consulti medici via telefono, il tutto finalizzato ad un innalzamento della salute dell’abbonato, con la conseguente riduzione dei costi per il suo mantenimento da parte dell’assicurazione.
Che spunti si possono ricavare da questi due casi di sanità digitale per quanto riguarda il mondo della distribuzione del farmaco?
Senza dubbio i due esempi mostrano come sia possibile aumentare le prestazioni erogate contenendo al tempo stesso i costi grazie alla tecnologia, ma anche che la sanità privata, a differenza di quella statale, è molto più dinamica ed efficiente. Del resto la ricerca dell’efficienza è il grande driver anche nella filiera della distribuzione dei farmaci sempre più in affanno per la riduzione dei margini. Ad oggi il fenomeno è denunciato apertamente solo dai distributori intermedi (vedi riduzione del numero delle consegne giornaliere da parte dei vari operatori per cercare di contenere i costi), ma il tema dell’aumento dell’efficienza e della sua ricerca costante non potrà essere ignorato per molto anche dalle singole farmacie che dovranno evolvere verso strutture più efficienti e moderne grazie alla rivoluzione digitale!
Buona riflessione.
Via Luigi Salvatore Cherubini, 13 - 50121 Firenze
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