L’anno che ci stiamo lasciando dietro le spalle probabilmente sarà rimpianto da pochi.
Il 2020 con la sua terribile pandemia ha riscritto le regole del vivere sociale (pensiamo ad esempio al tema del distanziamento e della riduzione dei contatti), ma l’anno appena trascorso, oltre alle vittime, ha lasciato dietro di sé un’ eredità non meno nefasta sul fronte economico. A causa del virus e delle sue conseguenze molte persone hanno visto naufragare i propri sogni, e questa forse è la cosa più pericolosa creata dal virus, sia per il proprio futuro che per quello della Nazione.
La filiera del farmaco
Se per molti il 2020 è stato un periodo buio, per alcuni attori della filiera della salute, l’anno appena passato non è stato così terribile. Infatti un manager di una nota azienda, mi diceva che in primavera, nonostante tutte le attività chiuse, le vendite crescevano con incrementi che non si vedevano da tempo. Anche alcune farmacie, poste in periferia, grazie al fatto che le persone non potevano muoversi, hanno registrato sensibili incrementi di fatturato. Ma nonostante ciò, la gran parte dei farmacisti, leggendo i dibattiti nei vari gruppi social, mostra un umore basso, cosa facilmente comprensibile, sia per l’eccessivo carico di lavoro sopportato, che per le difficoltà causate dal virus. Se a questo quadro, sommiamo il fatto che in finanziaria è stata inserita una norma che non renderà certo facile la vita delle farmacie nei prossimi anni, si comprendono bene le facce scure e l’assenza di sogni da parte di molti titolari e collaboratori.
La forza del sogno
Senza sogni l’uomo si ripiega su sé stesso e perde la sua vitalità. La motivazione è la “benzina “ necessaria per alimentare il proprio spirito e raggiungere traguardi importanti che vadano ben oltre la mera sussistenza. Sia che si desideri raggiungere traguardi sportivi, affettivi, e logicamente economici, i sogni sono il carburante dell’anima, per questo non bisogna mai smettere di sognare e sperare. Credo che a questo proposito sia abbastanza eloquente la storia dei due medici tedeschi, entrambi immigrati turchi che hanno realizzato il primo vaccino anti Covid 19 che probabilmente ci aiuterà a mettere dietro le spalle questa triste esperienza!
Studio e dedizione…La storia del vaccino BioNTech non rappresenta solamente la luce in fondo al tunnel del Covid, ma ancor prima una storia d’amore per la scienza e di riscatto umano.Il Dr. Sahin, oggi assunto agli onori della cronaca, arriva in Germania dalla Turchia quando è ancora un bambino con la madre che si ricongiunge al marito che lavora come operaio alla Ford. Il giovane Sahin si laurea in medicina a Homburg dove incontra Ozlem Tureci, anche lei figlia di un medico immigrato da Istanbul negli anni Sessanta che diventerà la sua futura moglie. Il Dr. Sahin prima di divenire un ricco e acclamato imprenditore del settore Biotech, ha passato molti anni studiare e lavorare in alcune delle più importanti Università di lingua tedesca, occupandosi di anticorpi monoclonali, conoscenze che gli risulteranno utili per la creazione della sua prima azienda Ganymed Pharmaceuticals, ma anche nella successiva esperienza in BioNTech.
Ugur Sahin e Ozlem Tureci Sono due persone riservate e frugali che si recano a lavoro in bicicletta, su cui si conoscono poche informazioni, non credo però di sbagliami quando penso che dietro a questo eccellente risultato si celi il grande sogno di un piccolo ragazzo arrivato in un paese straniero che desiderava affermarsi e rendere il mondo un posto migliore! |
Che piaccia o meno siamo chiamati a vivere questo periodo, con tutti i problemi e le difficoltà che questo comporta, ma ora più che mai credo che sia necessario sognare e proiettare i nostri progetti nel futuro cercando di realizzarli al meglio, perché ripiegarsi su sé stessi è un po’ come accettare di morire prima del tempo e francamente questa non mi sembra una grande scelta!
Buon 2021 a tutti.
GCP
Via Luigi Salvatore Cherubini, 13 - 50121 Firenze
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