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Pharma Barometro



Pharmabarometro rappresenta un osservatorio sul mondo della farmacia e su tutto il settore del CHC. Nelle tre sezioni che lo compongono è possibile infatti trovare informazioni sia sui fenomeni aggregativi (Fenomeno Catene), ma anche sulle iniziative sviluppate dalle aziende (Mondo CHC), nonchè uno sguardo sul nascente fenomeno delle applicazioni dedicate al tema della salute e del benessere (Osservatorio App e Nuovi Media).

Farmacie in crisi: la situazione italiana

Secondo SOSE, analizzando i bilanci delle farmacie nel 2012, erano 4.000 le strutture in condizioni finanziarie critiche, e 372 quelle già in default a causa della loro esposizione, verso la distribuzione intermedia e verso le banche, dato destinato a crescere fortemente per la riduzione dei margini derivanti dalla distribuzione dell’etico. Le farmacie italiane sono in crisi, è evidente.

Qualche dato sulle farmacie in crisi

Questo è il dato che, anche se non appare spesso nelle statistiche, deve fare riflettere : -4% medio dal 2012 al 2013 del valore farmacie in crisidella ricetta e –4,5% dal 2013 al 2014, anche se logicamente le cose cambiano da regione e regione, ci sono casi dove la redditività è crollata del -12% come nel caso della Regione Sicilia, altre in cui la situazione è più agevole come il caso della Regione Lombardia.

La contrazione dei ricavi diventa più critica se pensiamo che nel periodo il numero di ricette spedite è aumentato, ossia più  lavoro a fronte di minori ricavi! Anche i prodotti in fascia C segnano una contrazione, precisamente -2,2% dei volumi e l’-1,9% del fatturato nel 2014 rispetto al 2013. Gli unici segni positivi si trovano nel parafarmaco, che però continua a rappresentare una quota inferiore al 30% del giro d’affari della farmacia media, anche se non mancano casi di strutture in cui tale valore ormai raggiunge il 50%.

La farmacia italiana di fronte a un bivio

Con queste premesse non stupisce che il futuro per il settore si presenta a tinte scure, in particolar modo per coloro che non sono stati in grado di andare in contro tendenza e rimpiazzare i mancati ricavi derivanti dalla distribuzione dell’etico con lo sviluppo delle merceologie di libero acquisto. Negli ultimi anni il valore dell’asset della concessione della farmacia è diminuito, l’EBTDA è in contrazione o, addirittura, in perdita.

Il debito, quindi, può facilmente superare il valore della concessione e provocare default e fallimento. In questo scenario non certo roseo si inserisce la proposta di legge che permetterà l’entrata del capitale nella proprietà della farmacia, ossia un cambiamento nel cambiamento. La farmacia italiana si trova ad un bivio (o forse lo ha già superato), ma la categoria sembra non preoccuparsene più di tanto, almeno a giudicare dalle iniziative fattive di riorganizzazione dei Pdv e dell’acquisizione delle nuove competenze necessarie a gestire proficuamente l’attività nel nuovo contesto che si vedono all’interno del comparto.

La farmacie generaliste devono scommettere su nuovi prodotti e servizi

Il mercato, che talvolta è osannato, quando porta ricavi, altre volte additato come nemico, se il business divenevoluzione mercato farmacieta più incerto, è un giudice imparziale, che emette le sue sentenze senza guardare in faccia nessuno, ha ormai avviato una profonda riorganizzazione del settore della distribuzione premiando i più innovativi e punendo coloro che sono rimasti fermi su modelli passati. Coloro che desiderano trovare una congrua collocazione dovranno lavorare per acquisire un posizionamento distintivo con un’immagine unica ed una gamma particolare, perché le farmacie generaliste (modello attuale) saranno quelle che si troveranno maggiormente in difficoltà rispetto a chi prova ad innovare e a scommettere su nuovi prodotti e nuovi servizi, e probabilmente saranno le prime a passare la mano cedendo le quote ad una futura catena!

Il grande pericolo per il canale non sono le catene, come mostra il caso UK, anche in un mercato in cui sono presenti grandi catene, è possibile ricavarsi la propria nicchia e prosperare, e magari dare vita ad una mini catena, piuttosto la staticità e l’incapacità di sapersi adattare ai cambiamenti di contesto. In questo scenario, l’industria farmaceutica attiva nel settore del CHC può costituire un grande alleato della farmacia.

Le case produttive hanno un grande interesse a trattare con una vasta pluralità di soggetti, piuttosto che poche centrali d’acquisto. Per questo l’industria farmaceutica, come i farmacisti, deve osare ed avviare iniziative sistemiche capaci di uscire dalla logica della mera tattica avviando azioni di ampio respiro e di reciproca crescita, tardare potrebbe essere fatale per tutti!

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