Come stiamo andando?

In farmacia si parla sempre di salute, ma quale è lo stato di salute della nostra attività? A questa domanda spesso i più rispondono con affermazioni più o meno emotive citando il numero delle ricette spedite, mentre i colleghi più evoluti fanno riferimento ai dati del proprio gestionale; ma la domanda è più complessa di quanto si pensi e richiede risposte più strutturate. A questo proposito, un responso dettagliato di come sta andando la farmacia in italiana è fornito da Mediobanca, che da poco ha pubblicato un interessante rapporto sul settore.

Un quadro sistemico

Il documento, molto ampio, riporta molte informazioni sul comparto, e sulle sue principali caratteristiche. Nella gran mole dei dati del rapporto, trovato particolarmente significativa la tabella sottostante, che mostra come nel corso degli ultimi anni si sono mossi i principali parametri del conto economico.

Il prospetto è rilevante a mio avviso non solo perché mette nero su bianco le tendenze in atto del comparto, ma perché sancisce un concetto che da più parti si continua a negare, ossia le difficoltà del settore. Nel corso degli ultimi 7 anni, non solo il fatturato globale è arretrato del 4%, ma soprattutto il comparto etico è sceso del 9%, sancendo il cambio del mix in favore dei prodotti di libero acquisto con tutto ciò che ne consegue.

Tutto cambia per non cambiare niente…

Parafrasando il Principe di Salina, questo sembrerebbe essere l’atteggiamento della categoria e dei suoi vertici, che continua a fare finta di niente, nonostante i palesi cambiamenti in atto che hanno visto ridurre il fatturato medio della farmacia italiana dai 1,399 mil del ’15 ai 1,228 mil del ’21 (- 12,2% in 7 anni). Di fronte a questo nuovo quadro non resta dunque che prendere atto del cambiamento, ed avviare una profonda revisione della gestione della farmacia.

La prima cosa da fare

Se la farmacia stenta, la prima azione da intraprendere è mettere mano all’assortimento ed al relativo magazzino, cercando di sfoltirli il più possibile. Migliorare l’efficienza della gamma riducendo il numero delle referenze è per tanto la prima cosa da fare. Per far questo è assolutamente fondamentale che gli acquisti non siano più frutto del caso ma di una attenta valutazione propedeutica, perché al variare del “costo del venduto” ossia quanto si è pagato la merce venduta, cambia il risultato finale; più siamo bravi, ossia riusciamo a spendere meno per l’acquisto dei vari prodotti, maggiore sarà la redditività.

Voi cosa ne pensate del nuovo fenomeno? Raccontateci la vostra esperienza.

GCP

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